Beato Utto (Udo) di Metten Abate
3 ottobre
Milano, 750 ca. – Metten (Baviera), 3 ottobre 829
Il beato Udo (Utto) era monaco della celebre abbazia benedettina di Reichenau, sul lago di Costanza. Nel 766 alla nascita del chiostro di Metten, in Baviera, vi si trasferì con 12 compagni. Alcune fonti dicono che il fondatore era il suo padrino Gamelberto. Altre attribuiscono la fondazione allo stesso monaco o, addirittura, a Carlo Magno. Certo è che Udo fu il primo abate. È spesso raffigurato con un’ascia in mano, perché si dice abbia provveduto personalmente al disboscamento dell’area del monastero. È protettore dei coloni. Morto nell’829, il suo culto è stato confermato da Pio X nel 1909. (Avvenire)
Patronato: Coloni
Martirologio Romano: Nel monastero di Metten nella Baviera, in Germania, beato Utto, fondatore e primo abate.
La vita del beato Utto si interseca fino ad un certo punto con quella del beato Gamelberto, parroco bavarese; i due beati ebbero il culto confermato per entrambi, il 25 agosto 1909 da papa s. Pio X.
Utto il cui nome sembra una variante di Otto, Ottone, Odone, nacque a Milano verso il 750 e sarebbe stato battezzato da Gamelberto, parroco di Michaelsbuch in Baviera, che era di passaggio a Milano durante il suo pellegrinaggio alla tomba degli Apostoli a Roma.
L’anonima “Vita Gamelberti” è la più antica fonte dove si attingono le notizie che riportiamo; Gamelberto nel suo viaggio di ritorno, avendo presagito la santità del piccolo Utto, si recò dai genitori chiedendo di affidarglielo, per dare al fanciullo un’ istruzione e una formazione religiosa.
I genitori acconsentirono e dopo un certo tempo, diventato un’adolescente, Utto raggiunse il suo padrino Gamelberto, dal quale fu educato al sacerdozio, succedendogli poi dopo la sua morte (802) nella parrocchia di Michaelsbuch, dove restò per molti anni, svolgendo con fervore il suo ministero.
Poi addolorato nel vedere i costumi cattivi del paese, che non volevano cambiare e per sfuggire ai tumulti della guerra che imperversava in Baviera, prese a desiderare la solitudine, per cui si ritirò in una selva sulla riva sinistra del Danubio, stabilendosi presso una fonte arida, che secondo la tradizione prese a sgorgare prodigiosamente per le sue preghiere; fonte che dal suo nome verrà chiamata “Uttobrunn”.
In quel posto si costruì una piccola cella, dove visse in preghiera e rigorosa penitenza, senza tralasciare di scendere qualche volta tra i paesani, per portare loro la parola di Dio.
La fama della sua santità si diffuse ben presto per tutta la regione e Utto venne considerato da tutti un uomo di Dio. Anche Carlo Magno che un giorno mentre cacciava nella foresta, incontrò Utto, rimanendo stupito per un prodigio compiuto dal santo eremita, che aveva appeso l’ascia ai raggi del sole; l’imperatore gli chiese se aveva un desiderio, che lui avrebbe senz’altro esaudito.
Allora Utto chiese che sullo stesso posto venisse costruito un monastero in onore di s. Michele, con la regola benedettina; e così a Metten vicino a Deggendorf nella Baviera Inferiore, sorse nel 792 il monastero richiesto, del quale lo stesso Carlo Magno nominò come abate Utto.
Della nuova comunità di monaci, forse pervenuti da Reichenau, il novello abate seppe essere modello di padre e cultore della perfezione religiosa. Utto morì nel suo monastero di Metten il 3 ottobre 829 e sepolto in mezzo al coro della chiesa conventuale, divenendo la sua tomba subito meta di devoti pellegrinaggi.
La festa del beato il cui culto immemorabile gli fu come prima detto confermato nel 1909, si celebra nell’Ordine Benedettino e nella diocesi di Ratisbona il 3 ottobre.