San Goffredo di Amiens Vescovo
8 novembre
Etimologia: Goffredo = protetto da Dio, dall’antico tedesco
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Soissons in Francia, deposizione di san Goffredo, vescovo di Amiens, che, formatosi per un quinquennio alla vita monastica, patì molto nel ricomporre i dissidi tra i signori e gli abitanti della città e riformare i costumi del clero e del popolo.
Abbiamo parlato della prima Crociata, portata al successo dal più celebre Goffredo dell’età di mezzo: Goffredo conte di Buglione, conquistatore di Gerusalemme. Egli ebbe il titolo di ” Difensore del Santo Sepolcro “, e più tardi venne reso particolarmente celebre da Torquato Tasso, che nella sua Gerusalemme Liberata (ma il nome originario del poema fu proprio Goffredo!) lo cantò quale ” Capitano – che ‘l gran Sepolcro liberò di Christo “. Goffredo di Buglione era francese, e francese fu il San Goffredo oggi festeggiato, uno dei rari Santi di questo nome pur celebre.
Egli era giovinetto al tempo della prima Crociata, e più tardi divenne monaco dell’abbazia di Monte San Quintino, dove fu ordinato sacerdote.
Divenne Abate di un altro monastero, a Nogent, e si distinse non soltanto per la sua preparazione dottrinale e spirituale, ma soprattutto per la sua integrità morale, rara in tempi in cui gran parte dell’alto clero era contaminata dalla simonia.
Per i suoi meriti e non – una volta tanto -per tornaconto politico, i feudatari e il Re lo elessero Vescovo di Amiens, dove entrò a piedi nudi, in abito da pellegrino, evitando ogni fasto.
Il nome di Goffredo proviene da una forma più antica, Gottifredo, ed è di origine germanica, composto da due parole che significano, l’una Dio, l’altra pace. Si può dunque tradurre come ” pace di Dio “, ed è un nome di significato spirituale, insolito tra i personali germanici, quasi sempre di origine guerresca.
Il Vescovo San Goffredo fu veramente degno del suo nome, perché cercò senza riposo di ristabilire nella diocesi quella pace di Dio a cui il suo nome accennava. E poiché erano molti i nemici della pace di Dio – tra i potenti e tra il popolo, tra i feudatari e tra gli stessi religiosi – la sua vita fu difficile e la sua attività di riformatore pacifico ostacolata e denigrata. Si tentò perfino di avvelenarlo, ma il veleno fece morire, al suo posto, un povero cane!
In quel tempo la città di Amiens cercava di organizzarsi in libero Comune, scrollando il giogo dei feudatari. In molte città, i Vescovi, eletti dai feudatari e gelosi dei propri privilegi temporali, contrastavano le tendenze comunali del popolo, appoggiando invece chi aveva in mano il denaro e le armi. San Goffredo, al contrario, fu con i propri cittadini, alleato dell’iniziativa comunale, che però fallì. Quando i feudatari ripresero il controllo della città, la vita del Vescovo amante della giustizia divenne ancor più difficile.
Era ancora giovane quando si ammalò, fuori di Amiens, durante un pellegrinaggio alla chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano, di cui era devoto. Morì l’8 novembre del 1115, in una abbazia dedicata ai due Santi calzolai. E lì fu sepolto, lontano dalla sua bella cattedrale, presso la quale si era consumata la sua vicenda di pastore giusto e Vescovo contrastato.