Santo Stefano il Giovane Monaco orientale, martire
28 novembre
Costantinopoli, 715 – 28 novembre 764
Monaco orientale, visse nell’VIII secolo, durante la lotta iconoclasta, di cui fu vittima e martire. Nato a Costantinopoli nel 715, Stefano si mise dapprima sotto la direzione di un eremita, poi entrò nel monastero di Monte Sant’Aussenzio, in Bitinia, dove divenne abate. Qui visse pregando e svolgendo il lavoro di copiatura di testi. In quel periodo l’imperatore iconoclasta Costantino Copronimo nella sua battaglia contro le immagini sacre aveva preso di mira in particolare i monaci. In seguito al concilio di Hiera, che nel 753 condannò i difensori delle icone, Stefano si schierò apertamente contro l’imperatore. Questo gli costò lunghe vessazioni, prigionie, ingiurie e incarcerazioni. Il 28 novembre 764 Stefano fu ucciso da alcuni ufficiali di palazzo a Costantinopoli, senza l’ordine dell’imperatore. (Avvenire)
Martirologio Romano: A Costantinopoli, santo Stefano il Giovane, monaco e martire, che, sotto l’imperatore Costantino Coprónimo, sottoposto a vari supplizi per aver difeso il culto delle sacre immagini, confermò con l’effusione del suo sangue la verità cattolica.
La ‘Vita’ di questo monaco orientale, fu scritta verso l’anno 809 dal suo omonimo il diacono Stefano di Costantinopoli.
Il santo monaco Stefano il Giovane, nacque nel 715 a Costantinopoli, l’antica Bisanzio; da giovane si mise prima sotto la direzione di un eremita, ma poi scegliendo la vita religiosa, entrò nel monastero di Monte Sant’Aussenzio in Bitinia, vicino Calcedonia, dove poi ne divenne egumeno (abate).
Qui visse per anni dedito alla preghiera e come amanuense, il benemerito lavoro dei monaci che copiavano gli antichi testi.
In quel tempo governava l’imperatore d’Oriente Costantino V Copronimo (718-775), figlio di Leone III Isaurico (675-741) l’imperatore che nel 726 aveva iniziato la politica religiosa dell’iconoclastia, contro il culto delle immagini.
Tale movimento iconoclasta era proseguito con il figlio Costantino V, che ingaggiò una dura lotta, specie contro i monaci; convocando anche il Concilio di Hiera, che nel 753 condannò i difensori del culto delle immagini sacre.
L’egumeno Stefano si schierò apertamente contro le norme di questo Concilio, indetto dall’imperatore e non dal papa, norme che saranno poi sconfessate con l’approvazione della venerazione delle immagini, nel successivo II Concilio di Nicea del 787.
Intanto Costantino V Copronimo nel giugno del 762, ingiunse all’egumeno di Monte Sant’Aussenzio, il rispetto e l’adesione dei canoni promulgati a Hiera; essendosi questi rifiutato, fu condotto al monastero di Chrysopoli presso Costantinopoli e da lì inviato in esilio nell’isola di Proconneso, permettendo alla madre e alla sorella di raggiungerlo.
Dopo un anno, nel 763, fu riportato a Costantinopoli dove più di 300 monaci erano stati messi in carcere a motivo del loro attaccamento alla causa del culto delle immagini.
Dopo un’altro anno di continue vessazioni ed ingiurie, il 28 novembre del 764, l’abate Stefano fu ucciso da alcuni ufficiali di palazzo, mentre erano in corso i festeggiamenti per l’imperatrice Eudossia, ma senza alcun ordine dell’imperatore.
La Chiesa Greca lo riconobbe come martire, ponendo la sua commemorazione al 28 novembre e in tale data e qualifica, è incluso nel Martirologio Romano.